Ti complicherà la vita

SULL’OSSESSIONE DEL PAGERANK

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Su TagliaBlog si discute dell’inutilità del Page Rank, a quanto pare, sancita anche da Google.

Anni fa era una vera e propria ossessione. Oggi il valore della barretta verde in alto a destra del browser è stato giustamente ricondotto a quello che in realtà è sempre stato: una metrica, relativa e variabile.

Una metrica da confrontare con altri valori e da “contestualizzare”:

il valore del PR del mio bloggetto non può e non deve essere paragonabile a quello del sito di un venditore (interessato alle conversioni senz’altro più di me) o a quello del profilo Facebook del mio amico…

Al di là del comodo valore di riferimento semplice e immediato da sfoggiare: «Il suo sito ha un PageRank 4/10…» il succo della faccenda è tutto qui:

…perché si parla poco di rilevanza e molto di PageRank? Credo perché il PageRank si può misurare con un numero, la rilevanza no.

Entrambi utilizzano fattori complicati – contesto, scopo dell’utente, popolarità, affidabilità – ma per il PageRank c’è un indicatore numerico, per la rilevanza no.

Credo che la “sinteticità” del PageRank l’ha reso così famoso presso i webmaster nel corso degli anni, ma solo perché è qualcosa di facile da tracciare non significa che rappresenta esattamente quello che succede al tuo sito web.

Per questo sono pienamente d’accordo con le riflessioni di Tagliablog e con la filosofia di intervento: prestare sempre ascolto a più metriche.

Prima di tutto al

  • Tasso di conversione: qualunque sia la vostra conversione trovatela, tracciatela, miglioratela. Volete che i lettori clicclino sul vostri video? che vi chiedano un preventivo? che ordinino le vostre scarpe? Ecco.

Poi alla

  • Frequenza di rimbalzo (Bounce rate) che è da sempre la mia metrica preferita. Permette di capire quanto tempo il lettore si è fermato sulla pagina prima di rimbalzare e via e se ha trovato quello che stava cercando. Utile per afferrare il graal della “rilevanza” di cui sopra…

E, non ultima:

  • La percentuale di click CTR attraverso cui è possibile conoscere  tutte le volte che i lettori hanno cliccano sulla pagina rispetto alle volte che quella pagina viene visualizzata sui risultati di ricerca (questa metrica è di una brutalità disarmante ma è molto efficace…)

Ovvio che il discorso andrebbe poi differenziato e applicato alle categorie di siti, ai loro target e alle loro conversioni perché, l’avrete già capito, alla fine sono solo metriche e nulla più. Utili in maniera differente rispetto alle pagine differenti su cui le applichiamo (stiamo parlando di un sito? di un blog? della vendita di scarpe di camoscio?)

Questo per dire che, ad esempio, nonostante non riceverà moltissime visite (ahimè) nessuna analisi statistica preventiva mi convincerà mai a non pubblicare un altro, ennesimo, post sul Quartetto Cetra come quello che sto per scrivere…

Per approfondire:

Il post del Taglia nella versione integrale.

Qui l'autore

diego altobelli

Ossessionato dai dualismi anima e corpo, reale e virtuale, ragione e volontà, obladì obladà. Quando non è distratto dalla vita aggiorna questo blog. Ogni tanto scrive sceneggiature e racconti.

2 commenti

  • Beh, ricondurre il valore del page rank al semplice colore della barretta mi sembra un po’ pretestuoso: in realtà il PR possiede un valore intrinseco è non rappresenta solo un numero in una scala da 0/10.

    Il suo valore si concretizza soprattutto nella gestione e impostazione della “link popularity” di un sito.

    Il fatto che il PR non influisca sul posizionamento, visite, ROI, conversioni e quant’altro è cosa nota da tempo ormai: tutte le guide di Google parlano del PR come uno dei tanti (200) valori che in qualche modo condizionano ed influiscono l’andamento di un sito.

    Lo stesso sitema pay-per-click Adwords si basa non solo sull’asta che si attiva per la pubblicazione di un annuncio, ma fa del ranking uno dei maggiori strumenti di misurazione dell’efficacia di una campagna on-line. Google ci spiega infatti che il meccanismo di posizionamento naturale e quello di pubblicazione di annunci pubblicitari si basa su un valore dato dal ranking, ma applicato a valori oggettivi diversi.

    Pertanto sono d’accordo quando si dice che non dobbiamo farci influenzare dal colore della barretta, sono un po’ meno d’accordo quando si pensa che il PR non trovi più una collocazione concreta e una reale importanza all’interno delle dinamiche SEO.
    Ciao…

Ti complicherà la vita

Qui l’autore

diego altobelli

Ossessionato dai dualismi anima e corpo, reale e virtuale, ragione e volontà, obladì obladà. Quando non è distratto dalla vita aggiorna questo blog. Ogni tanto scrive sceneggiature e racconti.

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