Ti complicherà la vita

LA TRISTE MA IN FIN DEI CONTI LIETA STORIA DI RESUSCI ANNE SIMULATOR

L

A cena da E. e S. vengo a conoscenza  – attraverso il racconto di S. reduce da un corso di Basic Life Support – BLS (ovvero: corso di primo soccorso) – della storia di Anne, meglio nota come Resusci Anne Simulator:

Una precisazione per quelli che non conoscessero Resusci Anne: RA è il manichino della Laerdal (e presto scoprirete che ci fu proprio un Signor Laerdal che lo ideò) utilizzato per insegnare le tecniche di primo soccorso.

Ok, torniamo alla storia di S.:

Alla fine del’800 una ragazza fu rinvenuta morta sulle rive della Senna. Nessuno seppe identificarla così fu creata una sorta di maschera del viso che-non-si-mai.

La poveretta era morta annegata molto probabilmente perché nessuno era stato in grado di farle una respirazione bocca-a-bocca.

La storia della povera Anna fermentò per decenni nell’immaginario collettivo finché…

Intorno agli anni ’40 il Signor Laerdal decise di realizzare un manichino per l’insegnamento delle tecniche di primo soccorso a cui diede le fattezze della Povera Anne (cioè della maschera della Povera Anne) e l’inequivocabile nome Resusci Anne con l’intento, sicuro, di riabilitare la figura della vittima sacrificale dell’ignoranza di quelli che potevano essere suoi possibili soccorritori e con la nobilissima intenzione di riuscire così a salvare vite umane attraverso l’insegnamento della respirazione bocca-a-bocca (a quanto pare è inquantificabile il numero delle persone che devono la propria vita a  Resusci Anne…)

Da allora, l’anonima e non identificata Anne (Anne era, ovviamente, un nome di fantasia dato al cadavere) è divenuta simbolo e sostegno per i principianti del primo soccorso che continuano ad allenarsi immettendo aria nei suoi polmoni e premendo con tutta la forza delle loro braccia tese sulle sue indistruttibili costole.

Una curiosità sulle indistruttibili costole di RA: S. dice che il massaggio cardiaco è cosa assai violenta, e che per farlo in maniera efficace bisogna avere le braccia tese e premere con forza sullo sterno non preoccupandosi di eventuali rotture di costole (a questo punto S. emette dei suoni onomatopeici irriproducibili ma terrificanti).

A futura memoria: qualora dovese capitare che svenissi accanto a S. non fatemi fare il massaggio cardiaco-spacca-costole da lui ma lasciatemi lì.

Per tutti coloro che pensano: si vabbè ma questa potrebbe essere anche una leggenda metropolitana, ecco la pagina dedicata a Laerdal su Wikipedia.

L’immagine del manichino invece la trovate sul sito ufficiale della Laerdal.

Qui l'autore

diego altobelli

Ossessionato dai dualismi anima e corpo, reale e virtuale, ragione e volontà, obladì obladà. Quando non è distratto dalla vita aggiorna questo blog. Ogni tanto scrive sceneggiature e racconti.

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