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FRANK ZAPPA A PALERMO: COSA ACCADDE VERAMENTE

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“Avevo diciotto anni e una bella collezione in vinile di Zappa e mother of, oltre alla convinzione che a Palermo non sarebbe mai cresciuta né erba né lavoro.”

Ieri è arrivata da queste parti un’eccezionale testimonianza di Andrea Pisciotta sul concerto che Frank Zappa tenne a Palermo nel 1982

e

da quando Andrea ha postato il commento non faccio che ripensarci.

Per questo ho deciso di riproporvelo integralmente e ringraziare ancora il suo autore.

Misero il palco sulla linea del centrocampo ed il pubblico in curva nord. Troppo distante per vedere qualcosa, anche nei maxi schermi, maxi per l’epoca.

Ero seduto sull’ultimo gradone ed il basso pompava così forte che mi vibrava il culo. Qualcuno scavalcò la recinzione e si andò a sedere davanti la porta. Subito la polizia in tenuta da sommossa (casco e scudo) si dispose davanti al palco. Zappa ripeteva “Easy, easy”. Dopo i primi cinque, sei, si avvicinò alla rete un altro gruppo di dieci, quindici persone.

In un attimo saltarono e lì iniziarono i lacrimogeni. Uno, due, tre, atterrarono tutti in mezzo alla gente sugli spalti. In un attimo, il pubblico si mosse per raggiungere l’uscita.

Anche la gente in campo cercò di tornare sui propri passi, ma c’era la rete! Quelli più lesti si buttarono letteralmente dall’altra parte, ma chi non ci riuscì ne prese un fracco. Ma tante! Quando sentì le urla, mi misi ad urlare anch’io.

“Bastardi!” urlava la curva, ma fu un attimo: continuarono a piovere lacrimogeni e tra spintoni e urla di panico riuscì a scendere per le scale. Lì c’era la sorpresa: porte chiuse ed una decina di sbirri ad aspettarci.

Quando aprirono, il flusso in qualche modo li travolse, si aprirono a raggiera, ma non smettevano di calare manganellate. Vidi la ragazza davanti a me tenersi una mano sulla nuca. Perdeva sangue.
La prossima toccava a me, pensai. Quando mi trovai di fronte lo sbirro, lo sentii urlare come un disperato. Fece un passo per venirmi incontro, il manganello alto sul casco.

Io feci un passo ed un doppio passo, come avevo imparato alla scuola di rugby e gli sfilai di fianco giusto il tempo per sentire il manganello che affondava nell’aria dietro di me. “Figlio di buttana” urlai, mentre correvo. Passai vicino agli enormi tir di Zappa, mi tenni largo dai punti in cui se le davano di santa ragione, vidi un spazio tra i pullman disintegrati degli sbirri e mi ci fiondai. Mi fermai solo quando arrivai di fronte casa. Solo allora mi resi conto che avevo gli occhi inondati di lacrime. Lacrime di rabbia.

Avevo aspettato per mesi quel concerto, Zappa aveva suonato si e no venti minuti.

Avevo diciotto anni ed bella collezione in vinile di Zappa e mother of, oltre alla convinzione che a Palermo non sarebbe mai cresciuta ne erba ne lavoro.

Saluti
Grazie

Ancora grazie a te, Andrea.

L’immagine del vecchio Frank viene dal sito ufficiale

Qui l'autore

diego altobelli

Ossessionato dai dualismi anima e corpo, reale e virtuale, ragione e volontà, obladì obladà. Quando non è distratto dalla vita aggiorna questo blog. Ogni tanto scrive sceneggiature e racconti.

19 commenti

  • A parte i tumulti e le botte, che dovrebbero essere storia di un passato lontano, avrei pagato parecchio per assistere a quei venti minuti scarsi di concerto del grande Frank.

  • GRAZIE ANDREA!
    Mi hai fatto fare un doppio carpiato all’indietro con tanto di lucciconi finali!!! (non quelli provocati da quei cazzo di lacrimogeni!)

    VENTI minuti di concerto da sballo, rovinati dall’inezia ed idiozia del commissario di P.S. di turno. Grazie ancora Andrea Pisciotta e grazie anche a REVOLUTIONINE! Sono davvero commosso!

        Roberto Beccàli (Palermo)

  • Io c’ero. Il palco era davvero distante e Frank era una miniatura. Nessuno scavalcò ma, l’entrata sul campo di calcio iniziò dopo che un gruppetto, munito di trancerino tagliò la recinsione e così, uno, due, tre persone, seguite da un’altra decina di fans,  entrarono sul terreno di gioco e si sedettero a pochi metri dal palco. Nello stesso momento la polizia iniziò a lanciare i lacrimogeni sugli spalti, a raggiera, in direzione di tutto il pubblico, obbligandoci a scappare fuori dallo stadio. La notte, nei dintorni della Favorita, fu quasi guerriglia e caccia all’uomo. Io e Tony, insieme ad altri del gruppo, riuscimmo a dileguarci. Passammo la notte dormendo nella piazzetta davanti alla stazione centrale.

  • Grazie Andrea per questo racconto emozionante e commovente. Il titolo potrebbe essere “il grande nemico della stupidità umana testimonia in prima persona del livello raggiunto da essa !”. Io ho avuto la fortuna di vedere il concerto intero al mattatoio quell’anno. La polizia, cosa rara, si è tenuta in disparte quella volta. Ero grande fan quanto se non più di te dall’età di 14 anni (’74), e conscio quanto te di quale formidabile occasione fosse avere la possibilità di vedere il Grande Frank in concerto, e sento nel più profondo la frustrazione che devi aver sentito, e che occasione mancata per une delle terre più belle al mondo !!  Zappa vive in eterno attraverso la sua musica, e……music is THE BEST !

  • Anche io c’ero e mi ricordo il panico provato. E i lacrimogeni, e la carica della polizia sin dentro il CTO….. Solo 20 minuti di meraviglioso concerto….. E mai più tornò.

    •  Fantasiosa, dici? E per quale motivo, poi?
      Penso sia molto fedele all’accaduto, invece! Ero presente e non cambierei una virgola.

           Roberto Beccàli

    • Ciao Sudsole, sono d’accordo con Roberto e con le belle (e tragiche) testimonianze arrivate qui da chi ha partecipato al concerto del vecchio Frank a Palermo.

      Se poi avessi un’altra storia da raccontarci, liberissimo di farlo, saremo lieti di ascoltarla. 

      A presto e grazie per il tuo intervento.

    • Per sudsole.
      Quella sera i lacrimogeni facevano molto fumo, quindi o tu non c’eri, oppure il fumo te lo sei fumato.
      Andrea

  • Io c’ero con mia moglie e mio figlio di 2 anni sotto di me diversi ragazzi hanno cominciato a lanciare lattine ,botiglie,pietre colpendo i poliziotti .erano ragazzi a cui non interessava il concerto ma solo creare caos

  • Grazie Andrea , alla tua descrizione ineccepibile voglio aggiungere che davanti lo stadio c’erano dei lavori in corso con parecchi scavi aperti , per cui ho visto una ragazza nella fuga finirvi dentro , ricordo ancora le polemiche sui giornali nei giorni successivi dove sicuramente si capiva che era stata inadeguata la gestione del responsabile della sicurezza quella sera allo stadio .
    Avevo 18 anni anch’io ed avevo appena finito la maturità con gli orali il giorno del concerto degli stones a napoli !
    Saluti Nicola

  • Fu una grossa trappola orchestrata ad arte dal prefetto del tempo,scattata subito dopo l’Aida di Verdi i nostri applausi furono coperti dal sibilo dei lacrimogeni e dalle urla dei celerini assetati di sangue…….in Sicilia non si DOVEVANo tollerare gli scalmanati rockettari che rischiavano di turbare la quiete della borghesia benpensante ed ottusa ……

  • Anche io quella calda sera d’estate dell’82 andai allo stadio con alcuni amici: Avevo 18 anni ed eravamo messi nella curva nord, molto in alto. Quando cominciammo a capire che qualcosa non andava per il verso giusto, ci trovammo in mezzo ai lacrimogeni senza capirne il motivo. Corremmo verso le uscite e una volta in strada fummo caricati da poliziotti con i manganelli alzati. Di fronte lo stadio, in Viale Del fante, vi erano dei lavori in corso, e nel fuggi fuggi generale qualcuno cadde dentro le trincee dello scavo, altri raccoglievano le numerose pietre del cantiere e le tirarono con rabbia verso gli sbirri. Noi e tanti altri corremmo come disperati e ci ritrovammo dentro l’ospedale CTO, a piano terra, sotto i letti dei degenti. La polizia cercava anche li dentro, ma non ci trovò.
    Non so cosa successe durante il concerto, si parlava di qualcuno che aveva scavalcato..ma le forze dell’ordine ebbero una reazione completamente esagerata, usarono le maniere forti con tutti invece di isolare qualcuno.
    Che rabbia quella sera, senza motivo le forze dell’ordine riuscirono a rovinare quella che poteva essere una bella pagina della storia musicale di Palermo.
    Quella calda estate dell’82, una settimana prima , o dopo , non ricordo bene suonarono i TALKING HEADS e tutto filò liscio.
    Che estate quell’estate.
    Andrea Migliaccio

    • non voglio prendere le parti di alcuno sicuramente la polizia usa metodi sudamericani anche per cazzate e quindi…..siamo sicuramente in italia e le cose vanno cosi’ va anche detto che nel 77 credo a santana tirarono una bomba fortunatamente inesplosa e questa e’ la civilta’ di chi ama la musica e paga pure il biglietto in compenso a zurigo 2 anni prima al palazzetto fino ai bis finali nessuno si alzo’ e zappa suono’ in maniera fantastica a bz e mi tirarono dell’immondizia e bottiglie sul palco e il concerto si interruppe per poi riprendere una cosa e’ certa siamo un popolo che di civilta’ non conosce la parola chiaro che la gente suona solo dietro misure adeguate o non viene affatto se dopo succedono cose cosi’ in ogni caso tanta rabbia perche certe volte ce le cerchiamo

      ciao andrea

      franco

  • Ancora adesso dopo più di 30 anni non riesco a darmi pace per quello che è successo quella sera…..forse Santa Rosalia non ha gradito la contemporaneità dell’evento. Peccato!!!
    P.S.
    Sudsole, non abbiamo capito se tu c’eri o no quella sera, ma se c’eri avevi sicuramente assunto qualcosa di molto pesante, perchè mai ricostruzione fu più coerente e reale.

  • C’ero anch’io, appena sedicenne… e, a differenza della massa, scappai verso l’alto in cerca d’aria.
    Rimasi affacciato dall’ultimo anello a guardare la polizia, disposta su due file manganellare chi passava nel mezzo e sequestrare le pellicole delle macchine fotografiche…. quando uscirono tutti urlai chiedendo se potevo scendere…

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diego altobelli

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